Le Marcite

Ultima modifica 20 luglio 2023

Le marcite sono prati irrigui realizzati dall’uomo che grazie alla presenza costante di acqua superficiale permettono la crescita di foraggio durante tutto l'anno. Le marcite hanno caratterizzato per secoli il paesaggio delle Pianura Padana, consentendo a generazioni di contadini di alimentare il proprio bestiame.

Grazie a questo sistema si possono ottenere dai sette ai nove tagli di foraggio l’anno, contro i quattro o cinque prodotti da un prato stabile ben coltivato.

L’acqua utilizzata proviene dalle risorgive e in genere mantiene una temperatura costante tra i 9°C in inverno e i 14°C in estate. Sfruttando una successione di piani lievemente inclinati, l'acqua viene fatta scorrere sulla superficie del prato impedendo al terreno di gelare.

L’origine della marcita è controversa, ma si pensa che la più antica sia stata realizzata nell’Alto Medioevo nei pressi del Lago Gerundo, un’area paludosa che si estendeva da Canonica d’Adda alla zona di confluenza tra il Serio e l’Adda, tra le attuali province di Bergamo e Cremona.

La diffusione di questa tecnica si deve ai monaci Cistercensi che attorno al Duecento studiarono questo sistema e lo promossero un po' in tutta la Pianura Padana costruendo centinaia di kilometri di campi per trasportare l'acqua alle marcite. Il prato marcitoio ha avuto il massimo splendore attorno al Cinquecento ed è stata una pratica comune fino alla fine dell'Ottocento.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale le marcite vennero progressivamente sostituite dai campi di mais e risaie, più facili da coltivare e più redditizi. Le marcite sono ormai diventate assai rare, soppiantate di fatto dall’avvento di diversi tipi di mangime per animali e dal cambiamento delle pratiche agricole tradizionali. Nel Parco Agricolo Sud Milano, all'interno del quale è compreso anche il territorio di Zibido San Giacomo, sono presenti ancora oggi 41 marcite che vengono tutelate sia perché elementi fondamentali del paesaggio, sia per il loro ruolo fondamentale nel mantenimento e tutela della biodiversità.

 

Progetto-senza-titolo-1The water meadows

The water meadows are man-made irrigated meadows which allow the year-round growth of forage thanks to the constant presence of surface water. The water meadows have characterised the landscape of the Po Valley for centuries, allowing generations of farmers to feed their livestock.

Thanks to this system, it is possible to obtain from seven to nine cuts of fodder a year, as opposed to the four or five produced by a well-cultivated stable lawn.

The water used comes from the springs and generally maintains a constant temperature between 9° C in winter and 14° C in summer. Taking advantage of a succession of slightly inclined planes, the water flows on the surface of the lawn preventing the ground from freezing. It is thought that the oldest water meadows were built in the early Middle Ages near Lake Gerundo, a marshy area near the Serio River and the Adda River, between the present-day provinces of Bergamo and Cremona.

We owe the spread of this technique to the Cistercian monks who studied this system around the 13th century and promoted it throughout the entire Po Valley, building hundreds of kilometres of canals to bring water to the water meadows. The use of meadows spread during the 16th century and it was common practice until the end of the 19th century. After the Second World War, the water meadows were gradually replaced by corn and rice fields, easier to grow and more profitable.

In the Parco Agricolo Sud Milano, the agricultural area in the south of Milan where Zibido San Giacomo is located, there are still 41 meadows that are protected both because they are fundamental elements of the landscape and because of their important role in maintaining and protecting biodiversity.


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